#Maipiùstragi
Manifestazione Nazionale contro la ‘ndrangheta,
a sostegno del procuratore Nicola Gratteri
e di tutti coloro che rischiano la vita a causa delle mafie
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Milano 5 luglio, ore 19, piazza Duca d’Aosta (davanti Stazione Centrale),
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#Maipiùstragi (maipiustragi.it)
In piazza, insieme, perché nessuno sia più solo.
Maggio 2022 è stato scoperto il progetto di un attentato della 'ndrangheta contro Nicola Gratteri, il Procuratore della DDA di Catanzaro.
A trent’anni dalle stragi di Palermo, scendiamo in piazza prima per dire alla 'ndrangheta che Gratteri non si tocca, così come non si tocca nessuno di coloro che sono in prima linea contro le mafie.
Ma scendiamo in piazza anche per affermare che la 'ndrangheta è un problema nazionale, non solo della Calabria, e si sta infiltrando dappertutto e sopratutto in Lombardia.
#Maipiùstragi: sono più di CENTOQUARANTA le organizzazioni della società civile e i sindacati che in poche settimane si sono aggregate per la manifestazione nazionale contro la ‘ndrangheta, a sostegno del procuratore Nicola Gratteri e di tutti coloro che rischiano la vita a causa delle mafie.
Martedì 5 luglio, dalle ore 19, appuntamento in piazza Duca d’Aosta, di fronte alla Stazione Centrale. A Milano, per ricordare che la ‘ndrangheta è un problema nazionale. A Milano, per ribadire che le infiltrazioni criminali nell’economia legale sono un’emergenza per la tenuta della democrazia.
«La scoperta di un progetto di attentato nei confronti del Procuratore della DDA di Catanzaro, a inizio maggio, ci ha spinto ad agire – sottolineano i rappresentanti degli enti promotori - Trent’anni dopo le stragi di Palermo - continuano – abbiamo sentito l’esigenza di scendere in piazza il giorno prima, come scorta civica, per dire alla ‘ndrangheta e alle massonerie deviate che quella stagione è finita, fa parte di altri tempi, e che l’Italia non tollererà che qualcuno la evochi di nuovo. Diversamente, la risposta della società civile sarà durissima».
La 'ndrangheta è un'organizzazione eversiva per un paese democratico e la sua sconfitta definitiva deve essere un'urgenza improrogabile e una priorità assoluta per il nostro Paese. Ci vediamo in piazza sotto la bandiera Italiana delle Libere Professioni Italiane #Maipiùstragi.
ELENCO DEGLI ENTI PROMOTORI
#Maipiùstragi (maipiustragi.it)
Comunicato stampa
La UILP UNIONE ITALIANA LIBERE PROFESSIONI è lieta di comunicare il grande successo del “ PRIMO FORUM ESPOSITIVO DEI BENI CONFISCATI”. Napoli la città dei RE, otto statue dei Re di Napoli nella facciata di Palazzo Reale, storica capitale dai Bizzantini, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, i Vicerè, i Borbone e il Regno delle due Sicilie, sino a Capitale del Mezzogiorno d’ Italia con la sua vivacità illuminata si è proposta quale capitale per accogliere, incontri, dibattiti, e proposte per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Non solo proposte ma concretezza del lavoro svolto e così anche la esposizione dei prodotti della legalità, i prodotti che nascono proprio dai beni e aziende confiscate, gli spazi trasferiti dal mondo del male al mondo del bene comune. Un forum espositivo unico nel suo genere, il primo in Italia, che si è tenuto nei giorni 1 e 2 aprile 2022 presso la stazione Marittima di Napoli, organizzato dalla Regione Campania con affidamento per supporto organizzativo a Sviluppo Campania, con la collaborazione della Regione Lombardia, Toscana, Lazio e Sicilia. Presenti le telecamere della UILP UNIONE ITALIANA LIBERE PROFESSIONI - sezione legalità professioni giuridiche economiche - settore Amministratori Giudiziari. La UILP nata dopo la morte dei Magistrati Falcone e Borsellino al fine della divulgazione della cultura della legalità attraverso le professioni intellettuali accreditata per le riprese, la fotografia, la CVV comunicazione visiva veloce sulle proprie reti di professionisti. Si ringrazia Sviluppo Campania per l’ accreditamento del Nostro ufficio stampa, Radio Siani (Web radio in ricordo di Giancarlo Siani Giornalista Libero Professionista ucciso dalla Mafia). Tanti gli stand presenti di tutte le regioni che hanno partecipato all’ evento. Una missione importante fare rete e valorizzare le esperienze significative presenti su tutto il territorio nazionale. Confronto tra esperti del settore e relazioni tra terzo settore, cooperative e associazioni che operano nel mondo dei beni sequestrati e confiscati.
Il Prefetto Mario Morcone assessore alla Sicurezza, Legalità, Immigrazione Regione Campania ha proposto grazie all’ organizzazione di Regione Campania e Sviluppo Campania questo modello per affrontare il tema dei beni confiscati: “riuscire dare una scossa forte a questo settore”, questo l’intento ed il risultato è arrivato con una grande partecipazione e la presenza della politica con gli interventi del Commissario Europeo per gli affari economici e finanziari Paolo Gentiloni, il Presidente Anci Antonio Decaro, il Ministro per il sud e la coesione territoriale Mara Carfagna, il Ministro dell’ Interno Luciana Lamorgese, il Vicepresidente del Senato della Repubblica Anna Rossomando, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, l’ Assessore alla Sicurezza, Legalità, Immigrazione Prefetto Mario Morcone, il Direttore dell’ Agenzia Nazionale dei sequestrati e confiscati Prefetto Bruno Corda, il Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno Prefetto Bruno Frattasi.
Il Commissario Europeo Gentiloni “Per l'Italia si tratta di portare avanti gli investimenti e le riforme previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza una sfida unica su cui nei prossimi anni si gioca il futuro del nostro paese tra le altre cose il PNRR mette a disposizione 300 milioni di euro per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata all'interno della missione dedicata a interventi speciali per la coesione territoriale a queste risorse si aggiungono quelle previste nei prossimi anni da altri fondi strutturali europei. Il Fondo Europeo per lo sviluppo regionale e il Fondo Sociale Europeo che in passato hanno già con cofinanziato questo tipo di iniziative.
Ora bisogna avere concreta attuazione alle misure concordate e dimostrare di riuscire a spendere queste risorse straordinarie bene e nei tempi previsti.
Bene in questo contesto il governo si è mosso per tempo pubblicando il bando per i progetti di valorizzazione dei beni confiscati finanziati dal PNRR, bando che peraltro si è chiuso ieri. Trovo positivo che il bando si rivolga esclusivamente agli enti pubblici consentendo in ogni caso a questi ultimi di coinvolgere gli enti del terzo settore, perché questo dovrebbe assicurare il rispetto delle tempistiche previste dal cnr evitando procedure che altrimenti sarebbero state forse più lunghe più complesse.
La valorizzazione dei beni confiscati alle mafie deve continuare ad essere parte integrante di una più ampia strategia che l'Italia conduce da tempo di contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione, fenomeni che frenano gli investimenti deprimono la crescita e lasciano indietro interi territori. Non può esserci sviluppo e crescita senza legalità.
Da questo Primo Forum espositivo deve ripartire la consapevolezza che l'enorme patrimonio che la mafia ha sottratto alla collettività con la violenza, nel ricatto e l'intimidazione sarà restituito allo stato e ai cittadini, in termini di occupazione, di sviluppo e di sviluppo e giustizia sociale.”
Il Ministro Mara Carfagna:” “Io credo che raccontare mostrare le iniziative economiche associative che vengono avviate nei beni confiscati, sia il modo migliore per fare avanzare quella battaglia di legalità di cui ha bisogno non soltanto il sud ma l'intero mezzogiorno.”
Mara Carfagna ha poi precisato che il bando che scadeva il 31 marzo è stato prorogato, così il Ministro “non c'è nulla che faccia più male alla criminalità organizzata della perdita di prestigio e della perdita di ricchezza che segue alla confisca dei suoi beni e non c'è nulla che affermi di più il valore della legge la presenza dello Stato di una attività sottratta ai clan che produce utili e fatturato in modo pulito. Anche per questo, soprattutto per questo, abbiamo voluto inserire nel piano nazionale di ripresa e resilienza una linea di finanziamento specifica dedicata alla valorizzazione alla riqualificazione dei beni confiscati alla mafia. Lo ricordava prima proprio il Commissario Gentiloni, 300 milioni di euro il bando, è vero scadeva ieri ma è stato prorogato di ulteriori tre settimane per l'altissima attenzione l'altissima partecipazione che ha suscitato ed è una partecipazione valorizzata ancora di più dalle finalità che noi abbiamo indicato come prioritarie per la destinazione di questi beni perché come voi sicuramente saprete abbiamo previsto all'interno di questo bando dei criteri premiali per chi vorrà destinare questi beni valorizzati e riqualificati a centri antiviolenza, case rifugio per donne maltrattate e per i loro bambini ma anche asili nido e secondo i nostri calcoli entro il 2026 noi riusciremo a restituire un circuito di legalità o comunque ad attività di sostegno sociale oltre un centinaio di beni sottratti alla criminalità organizzata. Ma come ricordava il Commissario Gentiloni il PNRR non è l'unico strumento che noi abbiamo attivato, in un settore così delicato perché abbiamo attivato in passato e di questo naturalmente ringrazio chi mi ha preceduto, ulteriori risorse dei fondi nazionali ed europei per la coesione per valorizzare i beni confiscati alla mafia, oltre 300 milioni di euro per riqualificare oltre 560 beni. Ne voglio ricordare in particolare due per il loro valore simbolico per la loro importanza il complesso La Balzana di Santa Maria la Fossa in provincia di Caserta. Proprio ieri con l'Agenzia per la coesione nazionale e il Ministero dell'agricoltura abbiamo avviato un accordo interistituzionale, per decidere con precisione quali saranno le finalità verso cui indirizzare i fondi che abbiamo a disposizione. L'altro bene dall'alto valore simbolico e Palazzo Fienga a Torre Annunziata che diventerà un polo con sedi e alloggi destinati alle forze dell'ordine”.
Il PNRR è l’ appuntamento da non perdere per valorizzare i beni confiscati, ma non basta, c’è l’impegno del Ministro Carfagna per la ricercare di risorse finanziare che assicurino la costante manutenzione.
Non meno emozionante è stato il contributo del Ministro degli Interni il Prefetto Luciana Lamorgese, cuore Napoletano, ha sottolineato i valori di solidarietà e fratellanza umana valori imprescindibili manifestati anche attraverso assegnazione di alloggi con il riuso degli immobili confiscati a donne e bambini provenienti dall’ Ucraina. “Io credo che parlare di beni confiscati, oggi come anche ieri, ma a maggior ragione oggi, è un momento delicato ed è particolarmente importante parlare perché? perchè Noi l'abbiamo visto proprio in questi ultimi giorni quando parliamo delle riuso dei beni confiscati. Una legislazione la nostra che è una legislazione all'avanguardia è l'unica in Europa tant'è che chiedono a Noi gli altri paesi europei indicazioni su quelle che sono le linee che Noi abbiamo dato, da un punto di vista normativo alla gestione dei beni confiscati. Noi siamo uno di quei paesi che abbiamo consentito il riuso sociale dei beni e dei patrimoni sottratti alla mafia, con l'intento di restituire questi beni alla collettività, ciò che era stato tolto con violenza e con intimidazione. Perché dico oggi? perché oggi Noi stiamo facendo un uso dei beni confiscati proprio in una fase delicata, quale quella del guerra dell'Ucraina, abbiamo consentito l'utilizzo di questi beni confiscati gli appartamenti, gli immobili, i posti letto da dare agli Ucraini. L'abbiamo fatto facendo un censimento con tutte le Prefetture, qua c’é il Prefetto Corda Direttore dell'Agenzia, ci siamo visti abbiamo fatto, è stato fatto un censimento, perché abbiamo disponibili 1800 posti, quindi da comprendere quali erano quelli immediatamente disponibili, le risorse per allestire questi immobili e qua lo faremo anche con i fondi del pon sicurezza. Quindi voglio dire, è questo un modo concreto di essere vicini ai cittadini, a coloro che sono si trovano in un momento di particolare debolezza e di fragilità.
Il recupero della legalità dei beni confiscati è una forma assolutamente che consente lo sviluppo del territorio e consente anche quella solidarietà e fratellanza umana che sono, come dicevo prima, dei valori imprescindibili e soprattutto non negoziabili e quindi alla luce di queste considerazioni ringrazio per questo bellissimo convegno che mette un punto focale su un argomento di particolare attualità.
Nella seconda giornata due sessione parallele hanno portato importanti contributi gli esperti del settore tra i quali il Prefetto Bruno Corda, il Prefetto Bruno Frattasi, Presidente del comitato scientifico “osservatorio agro – mafie” il Magistrato Giancarlo Caselli.
Le conclusioni della prima giornata affidate al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha sintetizzato un nuovo piano regionale per la gestione dei beni confiscati, ma anche una relazione su tante attività svolte ed i risultati ottenuti per il miglioramento della Campania.
“Io credo che dobbiamo considerare questo convegno, innanzitutto come omaggio Nostro a quelli che quarant'anni fa hanno promosso quella che poi è passata alla storia come la Legge Rognoni - La Torre. Ricordo con particolare affetto Pio La Torre, come omaggio a quelli che 30 anni fa decisero di resistere di non arrendersi, erano due meridionali Falcone e Borsellino che nella parte finale della loro vita, da siciliani sapevano di essere stati condannati a morte dalla mafia, ma non si sono piegati. Dico questo perché la prima cosa che dovremmo fare, recuperare come dire un sentimento di fiducia nelle cose che stiamo dicendo e facendo. Parliamoci con grande franchezza questo argomento della camorra dei poteri criminali sta seguendo un po’ il destino della questione meridionale, appare sempre di più come una liturgia stanca alla quale non presta attenzione nessuno. La prima cosa che dovremmo fare è ritrovare fiducia in Noi stessi e capire quanto sia essenziale per l'Italia, se volete per le nostre famiglie, per le nostre imprese, per i nostri figli, non dico vincere definitivamente questa battaglia ma contenere i poteri criminali, creare condizioni accettabili di vita civile. Francesco de Sanctis, diceva che nel mezzogiorno d'Italia abbiamo un sistema sociale extra legale, cosa voleva dire? che abbiamo un modo di vivere, nel quale lo Stato in larga misura non esiste, ne come garanzia di uguale diritto fra i cittadini, né come sanzione certa nei confronti dell'illegalità. In larga misura questa condizione è rimasta, ma abbiamo avuto ripeto anche tante energie, tante forze, tante donne e uomini, che hanno combattuto e che sono un elemento di speranza per tutti quanti noi”.
Il vento della professionalità, della competenza, delle capacità di sapersi confrontare, di relazionare con semplicità e pacatezza, soffia sulla Bandiera Italiana delle Libere Professioni protagoniste della divulgazione della cultura della legalità, si alza il coro delle congratulazioni della UILP per una due giorni del Forum che fa sperare che anche le criticità sollevate possano trovare soluzione.
Ufficio Stampa – UILP – UNIONE ITALIANA LIBERE PROFESSIONI
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