Il Presidente Draghi, ha appena tenuto e concluso il discorso alla Camera dei Deputati e mentre scriviamo è in corso il dibattito con i Parlamentari. Di seguito il testo del discorso appena letto da DRAGHI dove ha anche sottolineato l’intervento militare del Nostro paese. Circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, assieme a forze navali e a velivoli in Romania, pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’esercito della Marina dell’Aeronautica e con ulteriori 2000 militari disponibili. Alle ore 12.30 di oggi il discorso al Senato, nel pomeriggio alle ore 15,00 il Presidente del Consiglio parteciperà al vertice NATO, a seguire il Consiglio dei Ministri all’ esame come affrontare i rischi delle sanzioni.
Così il Premier si è espresso:
“Ieri si è riunito il Consiglio nord Atlantico sulla base di quanto previsto dall’articolo quattro del trattato di Washington ed ha approvato 5 piani di risposta graduale che in questa prima fase puntano a consolidare la postura di deterrenza a est. Le fasi successive vincolate ad un’evoluzione dello scenario prevedono l’assunzione di una postura di difesa del seguito di ristabilimento della sicurezza. I piani prevedono due aspetti fondamentali l’incremento delle forze dispiegate in territorio alleato con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del comando supremo alleato in Europa e l’utilizzo di regole d’ingaggio predisposte per un impegno immediato. Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni, circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, assieme a forze navali e a velivoli in Romania e da altre che saranno attivate su richiesta del comando alleato; per queste siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’esercito della Marina dell’Aeronautica e con ulteriori 2000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO che non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini. L’Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà per la causa Ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea. Voglio ringraziare il ministro Guerini delle nostre forze armate per la loro prontezza e preparazione. Per quanto riguarda le sanzioni L’Italia è perfettamente in linea con gli altri paesi dell’unione europea primi tra tutti Francia e Germania le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G 7 con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi. Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive verso la Russia in relazione alla decisione di riconoscere l’indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk. Qui siamo nella fase iniziale queste misure consistono nel bando alle importazioni alle esportazioni da entità separatiste sul modello di quanto fatto nel 2014, in occasione della Crimea; consistono anche in sanzioni economiche e finanziarie alla Russia come il divieto di finanziamento del debito sovrano nel mercato secondario, il congelamento di asset di tre istituti bancari. Vi sono anche sanzioni mirate nei confronti di individui di identità come gli oltre 300 membri della duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e che hanno votato a favore. Ma in seguito all’invasione Russa dei giorni scorsi nel Consiglio Europeo di ieri abbiamo approvato misure molto più stringenti e incisive che erano in preparazione da settimane i relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles e per questo non posso ancora rendere conto e renderne conto in modo esaustivo. Saranno finalizzati adottati in tempi rapidissimi e martedì ritornerò sul tema, ma intanto posso dire che queste sanzioni includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell’Unione Europea misure nel settore dell’energia mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate usate soprattutto per la raffinazione del petrolio e misure nel settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni le tecnologie i servizi destinati al settore aereo un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo dell’esportazione delle esportazioni da sospensione degli accordi di facilitazione dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi. Prevediamo, inoltre un secondo pacchetto che includa Membri della Duma non ancora sanzionati. In questi giorni l’Unione Europea ha dato prova della sua determinazione e compattezza. Siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti, le sanzioni che abbiamo approvato che quelle che potremmo approvare in futuro ci impongono di considerare con grande attenzione il loro impatto sulla nostra economia. La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico che è stato già colpito dai rincari di questi mesi, circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia in aumento del 27% di circa 10 anni fa. Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. In Italia abbiamo ridotto la produzione di gas italiano da 17 miliardi di metri cubi all’anno, nel 2000 a circa tre miliardi di metri cubi, oggi a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi, dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione per superare quanto prima la nostra vulnerabilità ed evitare il rischio di crisi future. Il governo segue in modo costante i flussi di gas in stretto coordinamento con le istituzioni europee abbiamo riunito diverse volte il Comitato di emergenza gas per regolamentare analizzare i dati operativi e gli scenari possibili. Gli stoccaggi italiani beneficiano dall’avere avuto a inizio inverno una situazione migliore, il livello di riempimento aveva raggiunto il 90% alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri paesi europei erano intorno al 75%. Gli stoccaggi sono stati poi utilizzati a pieno ritmo e nel mese di Febbraio hanno raggiunto il livello che hanno generalmente a fine Marzo. Questa situazione che sarebbe stata più grave, in assenza di infrastrutture politiche adeguate è simile a quella che basta, ciò ci permette di guardare con maggior fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni. L’Italia è impegnata, inoltre spingere l’Unione Europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune che aiutino tutti i paesi a conteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture. Ci auguriamo che questa crisi possa finalmente accelerare una risposta positiva su questo tema. Sono al lavoro per affrontare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica. Ci auguriamo che questi piani, mi sembra, possano non farci trovare impreparati. Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas sospensioni nel settore industriale, regole sui consumi di gas del settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico. Il Governo è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti il Presidente americano Joe Biden ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti e voglio ringraziarlo per questo. Tuttavia la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori in funzione. Per il futuro è quanto mai opportuna una riflessione anche su questo punto. Certo il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico come il tap dall’Azerbaigian il transmed dall’Algeria e della Tunisia e il greenstream dalla Libia. Potrebbe essere anche necessaria la riapertura delle centrali a carbone per colmare eventuali mancanze. Il futuro ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica e ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture. Voglio ringraziare il Ministro Cingolani per il lavoro che svolge quotidianamente su questo tema così importante per il nostro futuro. Ho parlato del gas ma sappiamo che la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti come stiamo facendo nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili, anche direi soprattutto una maggiore semplificazione delle procedure per l’installazione degli impianti. A questo proposito a questo proposito vorrei notare che gli ostacoli a una maggiore speditezza su questo percorso non sono tecnici, non sono tecnologici, ma sono solo burocratici. Tuttavia il gas resta essenziale come combustibile di transizione, dobbiamo rafforzare il corridoio sud migliorare la nostra capacità di rigassificazione, aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni; perché il gas prodotto nel proprio paese è più gestibile ed è meno caro. La storia che l’Italia e l’Europa hanno davanti potrebbe essere come ho accennato, prima lunga e difficile da ricomporre anche perché sta confermando l’esistenza di profonde divergenze sulla visione dell’ordine internazionale mondiale; divergenze che non sarà facile superare. Il Governo intende lavorare senza tregua in stretto coordinamento con gli alleati per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza. Per farlo è essenziale il vostro appoggio della maggioranza e dell’opposizione. In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro leader che vorrei ringraziarli e ringraziarvi tutti, vi sono sinceramente grato perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia, la casa di tutti gli italiani per la sua vicinanza, esprime la vicinanza del paese davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere Uniti con l’Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare Uniti tra Noi grazie.”